Ecologia e informatica (seconda parte)

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Oggi parliamo di carta e tecniche di stampa. Impariamo a stampare in maniera ecologica e responsabile.

Per prima cosa proviamo a non sprecare la carta: le foreste, polmoni verdi del nostro Pianeta, non sono inesauribili. Prendiamo l’abitudine di stampare in fronte/retro, riciclando i vecchi fogli stampati su di una sola facciata che possono essere ancora utilizzati sul retro per prove di stampa e bozze non ufficiali. Ritagliamo le porzioni di foglio rimaste in bianco e utilizziamole per gli appunti.

Quando possibile cerchiamo di acquistare risme di fogli in carta riciclata, che sia magari trattata senza cloro. Ecco alcuni marchi che si possono trovare sulla carta:

ECF – cellulosa sbiancata senza l’utilizzo di biossido di cloro;
TCF – cellulosa sbiancata senza l’utilizzo di cloro in nessuna forma;
FIBRE POST CONSUMER – fibra proveniente da carta stampata riciclata come rifiuto;
FIBRE PRE CONSUMER – fibra proveniente da scarti di lavorazione e ritagli di carta non stampata provenienti delle cartiere;
PEFC – garantisce l’origine della materia prima legnosa provieniente da foreste gestite in maniera sostenibile;
FSC – identifica i prodotti contenenti materiale legnoso proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.

FSC
In particolare, la certificazione FSC si distingue in:
FSC Puro –  carte realizzate interamente con cellulosa FSC;
FSC Misto – carte realizzate con percentuali variabili di cellulosa FSC e fibre provenienti da altre foreste controllate;
FSC Misto con riciclo – carte realizzate con percentuali variabili di cellulosa FSC e materiale riciclato e controllato;
FSC Riciclato post consumo – materiale prodotto con legno e/o fibre ottenuti dal riciclo di materiale giunto al termine del proprio utilizzo.

Ricordiamoci inoltre di fare la raccolta differenziata della carta che buttiamo via.

In fase di stampa, per i documenti non ufficiali impostiamo la modalità “bozza” (draft), presente in tutte le stampanti, che ci aiuta a non sprecare inchiostro. Per tutti gli altri documenti, prendiamo l’abitudine di utilizzare i caratteri che consumano poco. Secondo studi recenti, questi sono in ordine di importanza i caratteri che consumano meno:

1. Ecofont (Spranq eco sans)
2. Century Gothic
3. Times Roman
4. Calibri
5. Verdana

Il carattere Ecofont è basato su Vera Sans ed è disponibile in formato TrueType, ed è quindi utilizzabile su tutti i sistemi operativi che supportano tale formato. Il file spranq_eco_sans_regular.ttf si può scaricare facilmente da Internet: basta digitare il nome del file nel motore di ricerca, e troverete parecchi siti che offrono il download gratuito.
Utilizzando il carattere Ecofont, le lettere vengono praticamente “disegnate” dalla stampante con tanti puntini bianchi al loro interno, consumando così all’incirca il 20% in meno di inchiostro o toner. L’unica nota negativa è che se dobbiamo stampare con un font di dimensione molto grande, si scorgeranno molto più facilmente i puntini bianchi, vedendo così le lettere scritte in maniera “non omogenea”. I risultati migliori si ottengono utilizzando una dimensione normale.

esempio
(esempio di ingrandimento Ecofont)

Secondo alcuni esperti, l’Ecofont non consentirebbe di risparmiare tanto inchiostro quanto il Century Gothic: tuttavia dobbiamo tenere presente che il Century Gothic tende a occupare più spazio in larghezza (anche rispetto al Times Roman) pertanto quello che Century Gothic risparmia in inchiostro può finire per essere speso in carta. Provate e valutate.

La prossima volta parleremo di sistemi operativi e di come possiamo prolungare la vita dei nostri computer.

© Maria Grazia Dosio CC BY-NC-ND 3.0 IT

Ecologia e informatica (seconda parte)ultima modifica: 2012-06-01T10:00:00+02:00da mgdosio

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